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"Questo libro è una 'singolare' composizione 'plurale'. È un canto a più voci, è il conglomerato delle riflessioni di menti curiose e dei loro curiosamenti, cioè un reportage delle incursioni che ognuno di queste persone per proprio conto e con i propri mezzi fa nei territori dove la conoscenza non è un vanto di astratte speculazioni ma il sigillo identificativo dell'intelligenza motrice di civiltà. Ognuno di loro cerca di stabilire teorie, ipotesi dai propri punti di vista per la soluzione di problemi divenuti centrali nella esistenza contemporanea. Ma il 'curioso' sta nel riproporsi domande sulle soluzioni, cioè sulla leicità di stabilire dogmi. La modalità armonizzatrice di queste varie voci è quella del confronto attraverso un codice di comprensibilità. Nella relazione che modulata dalla distanza, permette un rispetto reciproco e generoso che il contrasto diretto qualche volta non consente. Nessuna delle voci soverchia le altre ciascuna ha modo di farsi sentire senza mirare ad una supremazia ingannatrice e forviante rispetto al già di per se labile concetto di verità, almeno in senso scientifico. Sarà mica questa la democrazia, almeno della conoscenza? Ma certo non basta curiosare occorre anche prendere decisioni risolutive, ma quello che il libro vuol dire è di non prendere decisioni se non quando strettamente necessario e di non fare della decisionalità e della fattività ad ogni costo un criterio di valore."